Un’analisi semplicistica di questa azione potrebbe sembrare infruttuosa a causa della sua diffusione nel parlato quotidiano di ogni lingua, tuttavia un’analisi più attenta permette di apprezzarne non solo le accezioni fisico-scientifiche (come calcolare o pesare, secondo le misure standard del passato e del presente) ma anche quelle più astratte legate all’animo umano (come ritenere ed affrontare) ed alla sua fantasia. In questo modo è possibile notare come questo verbo abbia accompagnato l’Uomo nel corso della storia: arte, cinema, scienza, grafica, letteratura e poesia sono solo alcuni dei contesti in cui “misurare” ha lasciato il segno.
Il tempo stesso, intangibile e apparentemente non quantificabile, è soggetto al verbo in esame: che si tratti della vita di una persona in mano alle Moire, del naturale crescere di un bambino nel corso degli anni, dei momenti di felicità da assaporare intensamente o del tempo necessario per la produzione di un'automobile, la misura e la valutazione dei secondi che scorrono hanno da sempre rappresentato un aspetto fondamentale del pensiero umano.
Il progresso tecnologico e le derivanti invenzioni hanno inoltre permesso di misurare anche il pianeta da vari punti di vista: riprendendo gli studi di Eratostene, ad esempio, è stata misurata la Terra e la sua distanza dagli altri corpi celesti servendosi anche di potenti telescopi, mentre attraverso la geomatica è possibile una visione d'insieme ampia e chiara del pianeta.
La misura può toccare fatti tristemente noti come la distanza di sicurezza durante la pandemia del COVID-19 o le indagini sull'omicidio di JFK nel 1963.
La conclusione logica possiede un'aura di mistero: se è vero che l’Uomo è il metro di misura del mondo, è altrettanto vero che proprio l’Uomo è l’unica cosa che non potrà mai essere misurata con certezza.