giovedì 26 marzo 2020

Step 4. Le tre Moire

Nel mondo antico la misurazione dello spazio e del tempo spesso coincidevano nelle scuole di pensiero e nella mitologia.
A partire dalle tradizioni hindu ed egizie (rispettivamente con Brahma e Seshat) arrivando ai miti greci, il tempo venne sempre visto come un percorso misurabile anche con strumenti umani come corde annodate, righelli ed aste.


J. Strudwick, A golden thread, 1885, Londra

Le tre Moire erano le divinità greche che rappresentavano il destino inesorabile; figlie di Zeus e Temi, avevano il compito di tessere il filo della vita di ogni uomo e deciderne le sorti: la lunghezza del filo determinava la longevità dell'uomo e la presenza di fili bianchi o neri ne determinava fortune e sventure.
Cloto iniziava a filare lo stame della vita e quindi determinava la nascita dell'individuo.
Lachesi aveva l'incarico di stendere il filo e quindi presiedere alla vita dell'individuo; aveva così il compito di misurarne la lunghezza con un'asta incisa, assegnando una vita breve o lunga, felice o misera, mentre avvolgeva lentamente lo stame.
Atropo, la più temuta, tagliava con delle lucenti cesoie il filo della vita, determinando così la morte dell'individuo.


"Chi governa la necessità?"
"Le Moire che tessono il filo e le Erinni dalla memoria implacabile."
"E Zeus è più debole di loro?"
"Anche Zeus non può sfuggire a ciò che è destinato."
- Eschilo

 

lunedì 23 marzo 2020

Step 2. Erat olim...

Al delta del Tevere, il piccolo paese di Pinarolium era noto in tutto l'Impero per la pace e la concordia che avevano preso dimora all'interno dei suoi confini. 
Non poteva di certo essere definito un territorio ricco né tantomeno fortunato: lunghi periodi di siccità spesso rendevano i suoi campi sterili e sabbiosi come l'interno di una clessidra, ma ciò non bastava a creare discordie tra i suoi cittadini. 
 Dal contadino al nobile, dal soldato al fabbro, chiunque era infatti disposto a condividere pane, vino e formaggio con chi ne avesse avuto bisogno: "In mala iuncti" era infatti il motto che i vecchi insegnavano ai più giovani. 
Solamente un antico scontro tra due famiglie altrettanto antiche perturbava l'animo del paese, uno scontro legato alla proprietà di un terreno poco lontano dalla foce del fiume: tra accuse reciproche e sanguinosi duelli, non era mai stato raggiunto un accordo. 
Il console Tullius decise quindi di mettere la parola fine a questa lotta. 
Convocati nel terreno conteso i figli più giovani delle due famiglie, disse: "Guardatevi intorno e soppesate con attenzione la vostra risposta. Chi di voi riuscirà a dirmi cosa non potrà mai essere misurato dall'uomo otterrà questo campo." 
Gli occhi del primo giovane volarono oltre il paese, si arrampicarono come esperti scalatori lungo le pareti del Monte Fumaiolo ed infine incontrarono il sole, obbligando il ragazzo a schermarli con la destra. Come folgorato dinanzi ad un'illuminazione, esclamò: "Il sole! Né saggi né studiosi o filosofi potranno mai misurare la distanza che divide i campi che lavoriamo dal quel cerchio luminoso che li rende aridi! Il terreno è mio!". Il secondo contendente taceva. 
Tullius stava per decretare la vittoria del giovane quando vide l'indice del ragazzo in silenzio puntarlo: "Tu, o console. Di tutto ciò che vedo, tu sei la sola cosa che nessuno potrà mai misurare. Verrà un tempo in cui gli uomini saranno in grado di quantificare la distanza tra la Terra ed il sole, e magari di percorrerla oltre le nuvole come fa Apollo ogni giorno, ma nessuno potrà mai misurare la tua persona, né affermare con certezza se tu sia un uomo giusto o corrotto, felice o triste, saggio o stolto. Spesso infatti misurare non indica una quantità, ma la capacità di comprendere l'essenza di qualcosa. E nessuno potrà mai comprendere l'essenza dell'uomo." 
E così il secondo contendente se ne andò via col terreno ormai di sua proprietà.

- Dai racconti di Laurentius Magniloquens Vianus, Politecnici discipulus

domenica 22 marzo 2020

Step 1bis. Misurare nel mondo

La definizione e l'etimologia di "misurare" (analizzate nel post precedente) non sono sufficienti a dare significato ad un temine così ricco di sfumature ed ambiti.
Proviamo quindi ad intraprendere un viaggio per il globo alla ricerca dei corrispettivi stranieri della parola, analizzandone i significati ad essi accostati.

Il viaggio parte dalla nostra penisola, ove il termine nasce dal latino mentiri: come tutti i verbi deponenti e semideponenti, nonostante il significato sia di forma attiva, è connotato una nota di riflessione e di responsabilità legate a colui che compie l'azione; ciò sottolinea la profondità del verbo, che non si limita ad un mero calcolo di tempo, grandezze o quantità, ma che si spinge anche in valutazioni e scelte morali.
L'uso di misura (madre del verbo) e di misurazione (altro termine che indica l'azione del misurare) ha accompagnato la nostra lingua nella sua storia: stando al Grande Dizionario della Lingua Italiana, ce ne sono attestazioni nel volgarizzamento trecentesco Sermoni di San Bernardo a cui seguono gli scritti del Quattrocento di Bernardino da Siena, il Della Pittura di Leon Battista Alberti e successivamente gli scritti fisico-matematici di Galileo Galilei, e così via nel corso dei secoli.

Attraversando le Alpi ed esplorando la rigogliosa nazione francese si può udire mesure, termine camaleontico quanto il parente italiano che varia la sua natura ed il suo significato a seconda del contesto in cui è inserito.

Spostando il nostro sguardo sull'Inghilterra, il termine measure racchiude in sé (come spesso succede nella lingua britannica) sia il sostantivo che il verbo, con esempi che datano il suo utilizzo nel parlato intorno al XV secolo.

Nella lingua tedesca non esiste una parola unica che racchiuda i molteplici significati del verbo in analisi e si ricorre perciò a termini diversi: messen per "valutare", begrenzen per "limitare", vermessen per "misurare i terreni".
Simile procedura avviene col sostantivo Ma&szlig (ovvero "misura"), a cui viene aggiunta una particella a seconda della sfumatura di significato, ad esempio -nahme per "provvedimento" e -los per "oltremodo".


"A brebis tondue, Dieu mesure le vent"
- Proverbio francese

venerdì 20 marzo 2020

Step 1. Definizione ed Etimologia

La parola “ misurare ”, seguendo la definizione fornita dal Vocabolario Treccani, indica un’azione di determinazione (generalmente quantitativa) di uno specifico oggetto: nell’accezione comune è infatti spesso legato ad unità di dimensioni, capienze e distanze, ovvero misurazioni fisiche e tangibili del mondo circostante.
Non bisogna tuttavia tralasciarne il significato figurato e metafisico del termine: “misurare” può infatti indicare la capacità di considerare e valutare qualcosa in termini qualitativi, analizzandone gli aspetti intrinsechi e valoriali.

L'origine della parola affonda le radici nella lingua latina, in cui mensus (participio passato di metiri, ovvero "misurare") indicava proprio un oggetto analizzato sotto ogni aspetto fisico e di significato; il verbo preso in considerazione in questo blog mette in luce un occhio attento e scientifico verso la realtà che non si limita a stimarla, ma a studiarla e comprenderla.



"Metiri se quemque suo modulo ac pede verum est"
- Orazio

Step 25. Conclusione

Si conclude con questo post il viaggio all’interno del verbo misurare, un percorso che ha attraversato secoli, culture ed uomini, un percors...