Lo sanno bene i protagonisti di Viaggio al centro della Terra, capolavoro di Jules Verne pubblicato nel 1864 e precursore della fantascienza moderna.
Edouard Riou, The Illustratet Jules Verne, 2008 |
Nel celebre romanzo, i giorni che precedono la spedizione verso le viscere del pianeta vedono un'oculata scelta degli oggetti da portare con sè: colpisce l'attenzione che lo scrittore pone sugli strumenti di misurazione, che vengono descritti e motivati in una sorta di elenco puntato che il protagonista stesso ha stilato.
"Dovevano passare ancora 48 ore; e con mio estremo dispiacere dovetti dedicarle ai preparativi; facemmo uso di tutta la nostra intelligenza per collocare ogni oggetto nel modo migliore, da una parte gli strumenti, le armi dall'altra, qui gli utensili, là i viveri. In tutto quattro fagotti. Gli strumenti comprendevano:
1° Un termometro centigrado di Eigei, graduato fino a 150°, il che mi pareva o troppo o troppo poco. Troppo se il calore avesse dovuto salire fino a quel punto, perchè in tal caso saremmo arrostiti. Troppo poco se si trattava di misurare la temperatura delle sorgenti o di qualche altra materia in fusione;
2° Un manometro ad aria compressa adattato in modo da indicare le pressioni superiori a quelle dell'atmosfera al livello del mare. Infatti il solito barometro sarebbe stato insufficiente, dato che la pressione atmosferica sarebbe aumentata proporzionalmente alla nostra discesa sotto la superficie della Terra;
3° Un cronometro di Boissonnas junior di Ginevra, regolato esattamente sul meridiano
di Amburgo;
4° Un inclinometro e un declinometro;
5° Un cannocchiale notturno;
6° Due apparecchi di Ruhmkorff, i quali per mezzo di corrente elettrica dovevano fornirci una fonte di luce portatile, sicura e poco ingombrante."
[Voyage au centre de la Terre, Cap. XI, Jules Verne, 1864]
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