Per lungo tempo tecnologia, filosofia e scienza sono state strettamente legate, tanto da non permetterne in molti casi una netta distinzione.
Ciò ha permesso, sin dai primi scritti pervenuti, uno sviluppo tecnologico forte, costante ed influenzato dai bisogni dell'Uomo, vero cardine del pensiero, della scienza e della tecnica.
A cavallo tra il V ed il VI secolo la progressiva diffusione ed influenza della Chiesa hanno spostato il punto di vista dal mondo terreno a quello esclusivamente spirituale che, secondo i dogmi cristiani, è impossibile da conoscere e misurare con certezza.
Nei secoli successivi lo sviluppo e lo studio di nuove tecnologie non hanno subito una brusca interruzione ma certamente un rallentamento che ha contribuito all'immaginario collettivo dei "Secoli bui".
Con l'avvento dell'Umanesimo e del Rinascimento si è potuto notare il ritorno dell'approccio gnoseologico ad una filosofia precedente in cui, citando il filosofo sofista Gorgia, "l'Uomo è il metro di misura del mondo": lo sviluppo della tecnologia al servizio dell'uomo tornarono a ricoprire un ruolo centrale, e con esso le scoperte e le conquiste scientifiche e tecniche.
La misura tecnologica, scientifica e di conoscenza passarono nuovamente dal punto di vista dell'Uomo.
Analisi del verbo "misurare" attraverso molteplici lenti: da quella etimologica a quella tecnologica, da quella artistica a quella filosofica, ogni lente riflette diverse sfumature del medesimo gesto.
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